sabato 17 settembre 2011

SCUSA MA TI CHIAMO VANDALO

In diverse occasioni l'assessore della provincia di Brindisi BACCARO si è recato a Latiano con l'intento di criticare e di elargire eruditi insegnamenti su come si amministra un paese. In particolare, nella storia recente, celebre è stata la presa di posizione dell'assessore nel criticare la manifestazione culturale KROMATICA (organizzata dall'associazione CIVICO 73 e dell'Amministrazione Comunale), alla quale sono poi conseguite le risposte del sindaco De Giorgi e dell'associazione in questione.

Nelle sua ultima nota, pubblicata sul sito della Gazzetta del Mezzogiorno il 16.09.2011, l'assessore BACCARO si dice "rammaricato" per la risposta prodotta dal Sindaco. L'assessore dichiara infatti che "il senso del suo articolo non era quello di attaccare o offendere il sindaco di Latiano e l'associazione CIVICO 73". In effetti come si possono ritenere offensive frasi del tipo "siamo di fronte ad un vero e proprio imbrattamento"; oppure, "trovo assolutamente incredibile e paradossale leggere la targa con la quale l'Europa annuncia interventi di recupero e vedere come è stata interpretata da chi quella struttura doveva tutelarla e proteggerla"; e ancora, "intendo denunciare i vertici dell'azienda ferroviaria per aver autorizzato un vero e proprio imbrattamento" (dichiarazioni pubblicate dal sito della Gazzetta del Mezzogiorno il 30.08.2011). 
E' chiaro che non siamo dinanzi ad offese di alcun tipo, ne siamo al cospetto di attacchi ... Gli stessi autori dei "bizzarri disegni" (artisti del calibro di Carmelo Conte o di Andrea Sergio) di sicuro non si saranno sentiti offesi nell'aver letto la parola "imbrattamento" volta a qualificare le loro opere.

Ma l'assessore provinciale non si limita ad essere rammaricato. Dalle sue parole ("purtroppo l'articolo in questione ha prodotto le prese di posizione del sindaco di Latiano e dell'associazione CIVICO 73") si evince anche una comprensibile insofferenza, dovuta al fatto che sia il sindaco De Giorgi che i ragazzi dell'associazione hanno inspiegabilmente prodotto delle risposte ai non-attacchi e alle non-offese dell'assessore... Ma come si sono permessi?

Infine l'assessore - giustamente offeso -  nella sua nota ribadisce che, per "evitare polemiche e controversie" (...) sarebbe bastato programmare e progettare l'intervento..."
Forse si. Anzi, probabilmente "sarebbe bastato" anche meno; invece del sopralluogo e della denuncia mediatica, ad esempio, "sarebbe bastata" anche una semplice telefonata chiarificatrice al sindaco De Giorgi, come si conviene tra rappresentanti delle istituzioni.


Ma che volete? Spesso l'ostentazione della polemica ha più risalto, soprattutto in un periodo storico come quello che stiamo vivendo, nel quale il politico professionista non gode di stima...
Daniele

IL QUALUNQUISMO

Se è vero che "l'uomo per sua natura è un animale politico" è anche vero che il politico per sua natura è un animale furbo.


Trattandosi di un costrutto, non possiamo vedere o toccare la furbizia - men che mai quella politica, ancor più infida - ma possiamo tuttavia osservarne alcuni indicatori che ne dimostrano l'esistenza. Tra questi vi è sicuramente il lessico. Il politico furbo dispone di un insieme di vocaboli che hanno la funzione di stigmatizzare e delegittimare chi lo critica: ad esempio "populismo", "demagogia", "strumentalizzazione", "qualunquismo" etc. Oggi vorrei soffermarmi sull'utilizzo del termine "qualunquismo". Il vocabolo in questione, ai giorni nostri, viene abilmente utilizzato da alcuni politici come aggettivo squalificante, nei confronti di quelle persone che criticano aspramente la politica e non si riconoscono nei partiti (ad esempio Grillo). 

Molti sapranno che "qualunquismo" deriva da un movimento di opinione sorto in Italia nella seconda metà degli anni 40 del secolo scorso; questo movimento (denominato l'Uomo Qualunque) ambiva ad uno stato amministrato da professionisti senza la presenza dei partiti politici. Oggi è ritenuto un atteggiamento di sfiducia nella politica e nel sistema dei partiti che a volte si manifesta in prese di posizione semplicistiche. Ma nel momento in cui alle critiche e alla sfiducia nei partiti si affiancano idee e progetti alternativi a quelli dominanti (ed è quello che ad es. propone Grillo) siamo davvero dinanzi a posizioni "qualunquiste"? Oppure siete d'accordo sul fatto che il termine "qualunquismo" viene utilizzato volutamente a sproposito, con l'unico intento di denigrare quei portatori di novità che hanno voglia di cambiare? 

Un tale nel 1981, in un'intervista a La Repubblica, dichiarò che "i partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela; scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile zero." 
No, non si tratta di Beppe Grillo ma di Berlinguer, uno dei più grandi politici italiani...

Un grande uomo che probabilmente oggi, ad esporre tale pensiero, rischierebbe di sentirsi dare del "qualunquista" da quel furbo animale che è il politico italiano dei nostri giorni.

Daniele

mercoledì 7 settembre 2011

L'ERRORE CHE SCOMPARE


Fino a ieri mattina (07.09.2011) avreste avuto la possibilità di visualizzare un nuovo articolo della gazzetta del mezzogiorno, attraverso il quale l'autore raccontava di un negozio prossimo alla chiusura (le prime due righe) e finiva con il parlare dello staff del Sindaco De Giorgi (il resto dell'articolo).

Leggendo il "pezzo" - e non riuscendo a comprendere il nesso tra le due cose - mi ero subito preoccupato di produrre alcune considerazioni (che potete leggere cliccando QUI) che mi prodigavo a inviare ANCHE alla gazzetta, allo scopo di esercitare quello che nei paesi civili e democratici si dovrebbe chiamare "diritto di replica"; inoltre, nella serata del 06 settembre, si è scoperto che in realtà il negozio di cui si parlava nell'articolo (che aveva costituito il cinico espediente per tornare a criticare l'amministrazione) non stava affatto per chiudere causa disperazione (anzi, non stava chiudendo proprio...) e che il famigerato cartello verde appiccicato sulla saracinesca dell'esercizio (con su scritto appunto "chiuso per disperazione") era stato affisso da qualche ignoto burlone.

Il risultato è che oggi, cliccando il link sopra citato, non visualizzerete un bel niente. L'articolo è stato rimosso, cancellato, cestinato... Inutile dire che il mio diritto di replica è stato nuovamente ignorato...


Ma in fin dei conti diritto di replica a cosa? L'articolo non esiste più...


Daniele


martedì 6 settembre 2011

IL NESSO QUAL'E'?

Mi stavo quasi preoccupando per l'assenza di critiche da parte della Gazzetta del Mezzogiorno online  nei confronti dell'amministrazione De Giorgi. Dopo i quasi 80 articoli negativi prodotti nei primi 12 mesi dalla vittoria elettorale (con una media di circa 6/7 al mese, uno ogni 4/5 giorni) e dopo qualche mese di assordante silenzio, la penna libera (non dai rancori, a quanto pare...) di uno dei redattori/detrattori del giornale torna a colpire. L'argomento non è nuovo - lo staff del sindaco De Giorgi - ma lo è invece il nesso. Questa volta l'autore del pezzo (che potete leggere cliccando QUI) parte da lontano; inizia con il parlare di un negozio di scarpe della città di Latiano che sta per "chiudere per disperazione" e dopo aver evidenziato che all'amministrazione non può essere addebitata alcuna responsabilità, non si sa perché, inizia a criticare la scelta del sindaco di dotarsi di uno staff tecnico.... Ma scusate, il nesso qual'é? Quale elemento collega le due cose?

Sono d'accordo che lo staff tecnico possa essere una scelta più o meno condivisibile...ma perché utilizzare un dramma sociale (quello dell'ennesimo negozio costretto a chiudere) per fare la solita demagogia utilizzando la corsia preferenziale della stampa? Ritengo che questo comportamento sia assolutamente  irrispettoso e irriguardoso nei confronti di quelle persone che avevano deciso di rischiare i propri risparmi per aprire un'attività commerciale, poi - purtroppo - andata male. 

Non si tratta del primo episodio in tal senso: in passato era stata utilizzata la notizia di un incidente automobilistico occorso ad un bambino, investito nei pressi di un parco, per criticare l'attuale amministrazione, responsabile - a detta del giornalista - dell'assenza della recinzione del parco medesimo. 

Gli organi direttivi del giornale dovrebbero finalmente decidersi ad intervenire. I piccoli e grandi drammi della gente comune non dovrebbero mai costituire un espediente per fare battaglie politiche. Una cosa è la critica; un'altra è la lotta politica. Ma forse sarebbe il caso di lasciare fuori da entrambe la gente comune, con le sue difficoltà, i suoi sogni, le sue speranze...e le sue disperazioni.

Diceva Henri Béraud: "il giornalismo è un mestiere in cui si passa la metà del tempo a parlare di cose che non si conoscono e l'altra metà a tacere ciò che si sa". 

A leggere certi articoli mi viene di dargli ragione...

Daniele